
CASA EDITRICE: NERI POZZA
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019
PREZZO DEL CARTACEO: €17,00
PAGINE: 237
“Il sapere genera invidia e l’invidia genera paura e disprezzo.”
Siamo nella prima metà del Cinquecento, un’epoca controversa, illuminata dalla scoperta di nuove terre, appestata da superstizioni e false credenze, spaccata da lotte politiche e religiose.
Durante un’epidemia di colera a Erfurt, in Turingia, l’erudito e ricercato Eleuterius si rifugia nella capanna di un uomo in pericolo di vita. Grazie alle sue conoscenze botaniche e mediche, il viandante salva l’infermo e rimane affascinato dal lavoro di quest’ultimo, anche lui fuggitivo: la traduzione del Nuovo Testamento dal greco all’inglese parlato dalla gente comune.
Perché questa scelta così sconsiderata ed eretica? Qual è la storia del “prete spretato” William Tyndale? È lui stesso, da convalescente, a raccontare tutto a Eleuterius e, di conseguenza, a noi lettori.
“Voi non siete un traduttore qualunque. Voi scegliete la musica.”
Lo studioso britannico (1494 circa – 1536), precorrendo i tempi, non si limita a tradurre i Vangeli nell’idioma del popolo, mettendo a disposizione di tutti – a costo della vita – un testo semplice e immediato, ma contribuisce ad infondere nell’inglese una musicalità mai avuta, cosa che lo rende una lingua poetica e capace di comunicare la bellezza, non solo la necessità. Fondamentale poi il desiderio, la curiosità e l’amore per la verità del Traduttore, che lo portano a bypassare le versioni della Sacra Scrittura ritoccate da mille mani e a tradurre direttamente dal greco. La prima versione viene completata nel 1526.
“Restituire la parola di Gesù al popolo, così com’è, senza i filtri e le censure apportati dalla Chiesa per secoli e secoli.”
Ovviamente l’impresa di William viene osteggiata e censurata da subito: il testo, in inglese volgare e comprensibile alla massa, si discosta dal dogma ipocrita della Chiesa romana e sembra identificarsi con la causa luterana ed eretica.
“Riscrivere la buona novella in inglese era come riportare Gesù sulla Terra. Una nuova resurrezione.”
Nella seconda e nella terza parte del libro – tra intrighi di corte e storiche scissioni religiose – seguiamo il nostro protagonista nel suo risoluto e appassionato tentativo di tradurre anche il Vecchio Testamento direttamente dall’ebraico.
Lo stile del romanzo di Videtta è senza dubbio scorrevole e accattivante. Il libro risulta estremamente piacevole e difficile da mettere giù. È una ricostruzione storica riuscita e convincente, anche se non è da considerare come una biografia approfondita di Tyndale. L’alternanza tra vicenda presente e racconto retrospettivo è davvero ben fatta.
Consigliatissimo a tutti gli amanti dei romanzi storici, ma anche agli appassionati di letteratura inglese e traduzione. L’uomo che scrisse la Bibbia è senz’altro un testo che ridà dignità e giustizia a un personaggio essenziale per la cultura occidentale ma ingiustamente vittima di una damnatio memoriae.
In collaborazione con Neri Pozza.
Buongiorno Daniela, molto interessante, grazie! 😉 Buona giornata. 🙂
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Grazie Luca! Buona giornata a te! 🙂
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