
CASA EDITRICE: Il Saggiatore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019
PREZZO DEL CARTACEO: €19,00
PAGINE: 208
Con “Gli immortali”, il giornalista, regista e fotografo Alberto Giuliani ci presenta un interessante libro di non-fiction, un reportage/saggio/memoir in cui l’autore racconta di come, dopo aver ricevuto profezie simili da due persone diverse completamente estranee tra loro, ha iniziato a interessarsi al futuro, non solo al suo ma a quello di tutta l’umanità. Dove stiamo andando? Cosa ci riserva il domani? Siamo pronti ad affrontare la morte?
Nelle realtà visitate e descritte da Giuliani, i protagonisti sembrano voler trovare soprattutto un’alternativa all’incontro con la Signora di Nero Vestita o, quanto meno, ritardarlo il più possibile: criogenia, bunker anti Apocalisse, preparativi per i viaggi su Marte, creazione di umanoidi, clonazioni.
Il sottotitolo “Storie dal mondo che verrà” mi è sembrato più che azzeccato, perché il libro di Giuliani è proprio questo: una raccolta di storie diverse che, messe insieme, formano una mappa che racconta di noi, dell’umanità intera, delle nostre paure e del nostro destino. Storie strane, disparate, al limite dell’assurdo e della fantascienza ma che invece sono reali, in pieno svolgimento proprio ora, in cui i peculiari protagonisti incontrati dall’autore fanno ciò che facciamo un po’ tutti noi: cercare di fronteggiare il futuro incerto e la morte.
“Crescendo, crediamo tutti che in futuro la nostra vita sarà migliore. Quando sarà finita la scuola, quando avremo un lavoro, nel giorno in cui conquisteremo l’amore. Da adulti penseremo che un domani guadagneremo di più e che quando i figli saranno grandi ci riprenderemo i nostri spazi. Viviamo spostando il traguardo ogni giorno, senza saper quando finirà la corsa.”
Le foto alla fine del libro chiudono in bellezza questo reportage e fanno parte del progetto fotografico Surviving Humanity, dello stesso Giuliani.
L’approccio dell’autore mi è piaciuto molto: si definisce subito scettico ma non troppo, della serie “non ci credo però non si sa mai”! La scrittura è lineare, godibile e piacevole. Bello!
In collaborazione con Il Saggiatore.
P.S: durante la lettura, ho riscontrato alcuni errori, del tipo “Siattle” invece di “Seattle”, oppure il nome di una persona che, da un paragrafo all’altro, cambia inspiegabilmente. Segnalo questi refusi in modo che vengano corretti e che il saggio non venga sminuito.