
CASA EDITRICE: BOMPIANI
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019
PREZZO DEL CARTACEO: €14,00
PAGINE: 288
“Ma quindi mi impari la grammatica?”
“Ti insegno!”
Con la matematica e la geometria, la grammatica è sempre stata la mia kriptonite. Per carità, a scuola me la cavavo, eppure l’ho sempre considerata come le scale per Po di “Kung Fu Panda”: il peggior nemico! Analisi logica, analisi grammaticale, complementi, sintassi… Odiavo tutti quei noiosi e ripetitivi esercizi e odiavo dover dare per forza un nome a qualcosa che mi veniva abbastanza naturale “così”. Secondo una mia professoressa di latino del liceo, riuscivo (e riesco) a imparare le lingue senza conoscere effettivamente le nozioni (o meglio, il nozionismo) grazie a un’inquadratura innata, una conoscenza delle regole e una correttezza intuitive, senza bisogno di studio. E meno male! Non so come avrei fatto a laurearmi in Lingue, altrimenti!
Ad ogni modo, nel mio piccolo cerco sempre di prestare attenzione a ciò che scrivo o dico, tentando di imparare dai miei errori. E, a questo proposito, un libriccino irriverente, riassuntivo e sensato come “Le basi proprio della grammatica” di M. Trinci non può che fare bene!
Dalle vignette della pagina Facebook GRAM-MODI, nate come ironico e divertente memorandum delle regole basilari della lingua italiana, e dalla pagina Instagram dell’autore (@manolo_trinci), siamo finalmente giunti a questa summa: un compendio utilissimo a chi è solito fare strafalcioni pensando “che mi frega, tanto si capisce lo stesso”, ma anche a chi conosce bene l’italiano e – magari proprio per questo – a volte incappa in qualche dubbio amletico da “sovraccarico di dati” e, strabuzzando gli occhi e grattandosi la testa, pensa con orrore “oddio, aspetta, lo sto scrivendo/dicendo in modo corretto?”.
“Le basi proprio della grammatica” è un prontuario agile, immediato e simpatico, diviso in ottanta vignette alla portata di tutti, ottanta regole illustrate e in pillole facili da deglutire e digerire, anche un po’ alla volta, il cui intento è solo quello di far (ri)avvicinare le persone in modo divertente e mnemonicamente utile alla grammatica, senza offese o prese in giro. Niente grammar nazi, niente antipatici puristi bacchettoni in questo libro: solo schemi intelligenti e ironici, difficili da dimenticare, da consultare all’occorrenza. Sarà molto difficile fare errori, dopo averlo letto!
In collaborazione con Bompiani.
Molto interessante, grazie! Di solito scrivo sempre con il PC, ma quelle volte che ho dei dubbi amletici, mi armo di carta e penna, dove segno la frase o il concetto che voglio dire, e lo riporto su Word solo quando mi sembra di aver raggiunto la forma migliore, dove non ci sono strafalcioni, o termini che magari sono “partoriti” dalla mia testa, o neologismi strani; poi, magari la frase risulterà molto semplice e non come volevo, però se non altro ho la certezza di averla scritta (quasi) in maniera corretta. 🙂
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Bravissimo, concordo in pieno e a volte faccio così anche io. Scrivere su carta sembra dare più consistenza alla parola, o no? 😉
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Grazie per concordare con me! 😉
Sì, anche, ti dà anche modo di scegliere i termini più accurati, magari anche ricercati, perché no?, per poi giungere a scrivere quella frase, quel paragrafo senza errori, o comunque hai avuto modo di pensarci su, per scriverlo al meglio. 😉 Buon sabato, Daniela. 😉
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Hai ragione! Grazie! Buon sabato anche a te!
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