Consigli lesti e onesti

“La malinconia del mammut” – M. Sandal

CASA EDITRICE: Il Saggiatore

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019

PREZZO DEL CARTACEO: €22,00

PAGINE: 334

“Quando morì l’ultimo tirannosauro, non morì l’ultimo tirannosauro della Terra: morì l’ultimo tirannosauro di tutta la Galassia, di tutto l’universo visibile.”

È appurato ormai che le estinzioni sono state – e sono tuttora – parte integrante della storia del nostro pianeta, sin dagli albori. Tutto muta, niente rimane com’è, in un perpetuo e contingente ciclo di nascita, vita, morte, “tabulae rasae e rinnovate creazioni“.

Senza estinzione non esisteremmo“. Questa verità è da sempre davanti agli occhi dell’uomo: da tempo immemore i fossili testimoniano che sulla Terra c’è stato altro e che ora non è più. 

Eppure ci sono voluti secoli per riuscire a capire che “molto ha vissuto, molto è stato perduto“. Era più facile accettare l’esistenza e la scomparsa di esseri magici o mitologici – draghi, giganti, unicorni, sirene – piuttosto che qualcosa di reale ma ormai irrimediabilmente estinto.

Nonostante tutto, all’homo sapiens – egocentrico o, più precisamente, antropocentrico e specista e che possiede i mezzi per regnare su tutte le altre specie – rimane ancora inconcepibile pensare di poter estinguersi, un giorno. Siamo o no la specie che vorrebbe autodefinirsi homo deus? L’estinzione è invece un possibilissimo scenario futuro, perché la manipolazione della Terra da parte nostra – che accompagna le specie umane sin dall’inizio – ci si sta pian piano ritorcendo contro e, dopotutto, “siamo figli del susseguirsi di accidenti del caso“.

“Noi portiamo all’estinzione specie a migliaia per il semplice motivo che competono con noi.”

Il livello di conoscenze combinate di genetica, biologia e biotecnologia è ormai tale che non appare più così assurdo “giocare a fare Dio”, eradicando virus, mescolando genomi e tentando di riportare in vita specie ormai estinte come, ad esempio, il mammut. 

“I nostri figli erediteranno un mondo che abbiamo alterato in ogni angolo, abiteranno un tempo ormai battezzato come Antropocene e ogni specie che si estingue è un punto di non ritorno di cui saremo responsabili nei loro confronti. O forse no, secondo alcuni.”

Siamo giunti infatti a un punto in cui questa ipotetica “de-estinzione” biotecnologica potrebbe far risorgere linee biologiche perdute, in un impeto malinconico, nostalgico ed egoisticamente consolatorio, venendo così a patti con la coscienza e il senso di colpa tipicamente umani.

Qui però, secondo l’autore, subentra tutta una serie di quesiti, tra i quali: fare ciò che conseguenze potrebbe avere? Il richiamo viscerale e il sense of wonder nel poter rivedere una specie estinta giustificherebbero un possibile shock ambientale nell’ecosistema in cui essa viene calata improvvisamente? Il dibattito sulla de-estinzione e su tutte le varie implicazioni (etiche, pragmatiche ecc) sembra non essere ancora arrivato a una conclusione.

Massimo Sandal – giovane scrittore e giornalista con due dottorati in ambito scientifico alle spalle – con un linguaggio chiaro, irriverente e divulgativo, ci mostra la storia dell’estinzione, di ciò che è stato e ciò che, forse, sarà. Un guardare al passato per capire il presente e, perché no, tentare di prevedere scenari futuri. 

Soffro terribilmente per la mia lacuna nelle materie scientifiche. Forse non sono portata, forse non ho ricevuto basi adeguate. Ad ogni modo, la scienza (soprattutto biologia e chimica) ha sempre esercitato un grande fascino su di me. Leggere saggi divulgativi e a portata di “profani” – come la sottoscritta – aiuta di certo a fare un pochino pace con la mia ignoranza. 

STRA-CONSIGLIATO!

In collaborazione con Il Saggiatore.

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