
IL VIAGGIO DOLCE. IL SOGGIORNO DI LEOPARDI A VILLA FERRIGNI – M. Plasmati
CASA EDITRICE: La Lepre Edizioni
COLLANA: Visioni
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015
PREZZO DEL CARTACEO: €16,00
PAGINE: 166
“Era come se avesse il mondo dentro al cuore.”
Quasi tutte le pubblicazioni di questa splendida casa editrice romana portano in copertina una delle “Domande della Lepre”, quesiti che introducono all’argomento del libro. Nel caso de Il viaggio dolce di Marina Plasmati, il simpatico animaletto ci chiede “Vorresti Leopardi per amico?” e io non posso che rispondere “ma ovvio che sì!”
Ci sarebbero così tante cose da dire su Giacomo Leopardi. Oserei dire infinite! Da anni serbo nel cuore una stima e un amore incredibili nei suoi confronti. Lui, un’anima troppo grande intrappolata in un corpo piccolo, addolorato e limitante, a sua volta incatenato a un mondo gretto, avvilente e per niente pronto a una mente così.
“Tutte quelle doti, intelligenza, sensibilità, immaginazione, dottrina, erano pesanti da sostenere per una sola persona, in una sola anima, con un solo corpo.”
Come il sottotitolo spiega chiaramente, il libro narra del periodo (aprile – luglio 1836) in cui Leopardi, sperando in una villeggiatura che potesse rinfrancare la sua cagionevole salute, soggiornò a Villa Ferrigni, alle pendici del Vesuvio, ospite di Antonio Ranieri e di sua sorella Paolina. Tutto ciò è in forma romanzata ma realistica, basata su documenti, fatti reali e persone vere. Dal racconto emergono la dolcezza e la delicatezza di un uomo alla fine della sua vita, arrendevole, stanco di lottare eppure ancora estremamente attento, curioso, brillante, ironico e gioviale. Oltre il corpo affetto da gravi patologie, vi è sempre la mente prodigiosa di un intellettuale malpensante (come si definiva lui), poeta, filosofo, classicista, filologo.
“Il solo spazio in cui si sentiva a suo agio era quello dei ricordi e l’unica casa che percepiva familiare era quella della sua infanzia; per questo, quando arrivava in un luogo nuovo, si sforzava di farlo assomigliare il più possibile al luogo dei suoi ricordi.”
Le descrizioni dei luoghi sono splendide, il linguaggio è dolce e accarezza il cuore, così come i personaggi che ruotano attorno a Giacomo, figure che non fanno da sfondo ma che piuttosto sono vivide e vitali, come il fattore Giuseppe, suo figlio Cosimo, la servetta Silvia. Ognuno di loro acquista profondità, dignità e identità, non sono relegati a meri domestici anzi, ci danno una prospettiva nuova di Leopardi – importante notare che nel testo ci si riferisce a lui sempre e solo come “l’ospite di riguardo”, buono, gentile e tanto malato. Il suo nome non viene mai fatto direttamente.
“La brezza vespertina aveva trascinato fin lassù l’odore salmastro del mare, mentre una luna d’argento, splendida e sorniona, si ostinava a esibire la sua presenza indiscreta sulla scena di un paesaggio deserto e indifferente.”
Come plus a questa squisita storia, troviamo in appendice La ginestra e Discorso sullo stato presente dei costumi degl’italiani.
CONSIGLIATISSIMO!!!
In collaborazione con la Lepre Edizioni.
Grazie! Leopardi piaceva anche a me come poeta, ma non ho mai approvato troppo il suo essere solitario. Buona serata! 😉
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Visto come andava e come, purtroppo, va ancora il mondo, forse non aveva tutti i torti a rimanere “isolato” xD Grazie come sempre, Luca! Buona serata a te!
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Penso proprio tu abbia ragione, Daniela! Buona giornata! 😉
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