Consigli lesti e onesti

“Il signore delle furie danzanti” – L. De Pascalis

CASA EDITRICE: La Lepre Edizioni

COLLANA: Le Strenne

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020

PREZZO DEL CARTACEO: €22,00

PAGINE: 356

“Roma aveva e ha tanto che, nonostante le continue rapine, resta la summa di tutto ciò che di meglio e peggio siamo stati, siamo e, ancora per qualche tempo, saremo.”

Il signore delle furie danzanti è il primo capitolo della trilogia Ludus Magnus, con protagonista il magistrato romano Caio Flaviano Celso (già apparso in Rosso Velabro, anche questo edito da La Lepre Edizioni).

Siamo nel IV secolo d.C., un’epoca di transizione e convivenza (non senza conflitti) di paganesimo e cristianesimo, in una Roma ancora intrisa delle libagioni agli dèi ma già avvolta dagli incensi delle chiese.

“Le prime luci dell’alba cominciavano a rischiarare le cime dei sette colli, colorando di rosa le colonne marmoree dei templi, le mura tondeggianti dell’anfiteatro Flavio, le imponenti cupole delle terme e la cima dell’alto campanile della basilica dell’apostolo Pietro.”

Ci addentriamo nel clou della vicenda passando prima per un escamotage letterario, una missiva tra il prefetto Secondo Saturnino Salustio e un vecchio compagno d’armi, Ammiano Marcellino, nella quale si riportano le vicende accadute un decennio prima a Caio Celso.

“Ebbene, a questo punto della storia il capriccio degli eterni e l’avidità degli umani si sommarono e molto sangue, non sempre innocente, cominciò a scorrere. Toccò a Caio Celso occuparsene.”

Chi è costui? Rinomato magistrato (primicerius), seguace del culto di Mithra e grande amante delle opere di Seneca, in questa storia Caio Celso – coadiuvato dal giovane magistrato Alipio – deve sbrogliare una intricata matassa fatta di culti misteriosi, orge, inseguimenti, segreti, lutti, tradimenti, omicidi, lotte tra credi religiosi, intrighi e interessi politici. Tutto ciò scaturisce dal ritrovamento nel Tevere del cadavere di una giovane donna, la quale porta un anello recante l’immagine di una Menade danzante, simbolo legato a Dioniso e al suo culto.

“Mille forme ha il destino,

molte cose imprevedibili fanno gli dèi:

quel che si aspetta, non si avvera;

quel che non si aspetta, si avvera. 

[Euripide, Le Baccanti]

De Pascalis (scrittore, pittore, sindacalista e molto altro) è colto, sa il fatto suo, ricostruisce una Roma antica vivida, caotica, in subbuglio, con uno stile ricercato e “alto” eppure scorrevole. L’oggetto libro, poi, è curatissimo in ogni dettaglio – come tutti i testi di La Lepre Edizioni – e le miniature in esso contenute (tratte da I carmi erotici dell’Antologia Palatina) sono pregevoli e arricchenti.

Spero di poter leggere presto gli altri due libri della trilogia!

Consigliato!

In collaborazione con La Lepre Edizioni.

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