Consigli lesti e onesti

“Una passeggiata nella zona” – M. Kamyš

CASA EDITRICE: Keller Editore

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019

PREZZO DEL CARTACEO: €15,00

PAGINE: 157

TRADUZIONE: A. Achilli

“Fu lì che vennero su i coetanei dell’incidente, un’intera generazione. Per loro la Zona era il regno della tranquillità, dove il tempo si era fermato. Io sono uno di loro. […] Una ventina di volte all’anno io faccio il turista clandestino nella zona di Čornobyl’, lo stalker, il pedone, il solitario, l’idiota, chiamatemi come volete.”

26 aprile 1986. La fiorente e moderna città di Černobyl assiste impotente a una delle catastrofi più scioccanti e sconvolgenti dell’epoca contemporanea: il blocco quattro della centrale nucleare esplode. Radiazioni mortali, evacuazione di massa, stato di emergenza internazionale… Conosciamo un po’ tutti ciò che seguì l’Incidente.

Ma com’è oggi la Zona di esclusione di Černobyl?

Superato qualsiasi tipo di ostacolo (pattuglie della polizia, sciacalli, barboni, neve, pioggia, temperature sottozero) e diceria popolare (leggi: storie di zombie o animali a più teste), attraverso questo reportage possiamo vedere il vero volto di una regione abbandonata, ancora radioattiva e in continuo decadimento ma che affascina e attrae innumerevoli turisti ed “esploratori” clandestini.

Per Kamyš – figlio di uno dei “liquidatori” della centrale e del territorio colpito dall’esplosione – andare nella Zona è divenuta quasi una dipendenza. È, come lui stesso si definisce, un zonaholic. Lì ha trovato la sua pace, la sua casa di campagna, il suo rifugio dalla civiltà, e – zaino in spalla – continua a girarla in lungo e in largo regolarmente.

Proibito? Certo! Pericoloso! Ovviamente! Ma la particolarità di questo memoir è senza dubbio la capacità dello sconsiderato e impavido Kamyš di trovare il bello in un luogo malsano, decaduto, putrefatto. 

“I turisti clandestini rendono vive le città morte.”

Bello, particolare, da non perdere.

In collaborazione con Keller Editore.

4 thoughts on ““Una passeggiata nella zona” – M. Kamyš

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