
CASA EDITRICE: Carbonio Editore
COLLANA: Cielo stellato
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2022
PREZZO DEL CARTACEO: €16,50
PAGINE: 262
TRADUZIONE: V. Di Grado
“Resta qui, così potrai essere libera. Non dovrai più portare questo peso.”
Profumo di fragole, grandi occhiali, setosi capelli neri, delicatezza, tanti libri presi al negozio dell’usato, timidezza. È così che Ryusei Yanagi, studente universitario, ricorda la giovane Miwako Sumida. Galeotta fu un’uscita di gruppo organizzata da amici, dalla quale comincia una frequentazione “senza secondi fini”. Lui però finisce per innamorarsi, lei è ritrosa e vorrebbe lasciare il loro rapporto di amicizia lontano da complicazioni. Dopo circa un anno, però, Miwako si toglie la vita, portando con sé pesanti e dolorosi segreti. Ryu non si dà pace e comincia ad annaspare nelle torbide acque nere del passato per trovare le risposte che cerca. Cosa nascondeva Miwako? Perché ha deciso di suicidarsi nel fiore degli anni?
“Non avrei mai lasciato che la sua morte mi scivolasse addosso. Lei voleva dirmi qualcosa, e dovevo scoprire cosa. Aveva accennato che voleva dirmi qualcosa. Forse, se in qualche modo avessi ripercorso i suoi passi, avrei potuto scoprire cosa.”
L’utilizzo del punto di vista esterno al fulcro della vicenda – Miwako – contribuisce alla creazione di un alone di mistero e senso di inarrivabile nei confronti di questa ragazza che rimarrà eternamente giovane, perennemente avvolta da un’aura di non detto, non finito.
“Di tanto in tanto aggiustava gli occhiali e ravviava i setosi capelli neri dietro l’orecchio. A volte li legava in una coda con un elastico nero. Quando la guardavo, pensavo sempre: Sembra così serena”.
Clarissa Goenawan architetta un delicato e sapiente gioco di alternanza tra passato e presente, decorando il tutto con un pizzico di sovrannaturale e realismo magico tipici della letteratura giapponese, senza tralasciare tematiche forti (oltre al suicidio) quali il bullismo, l’accettazione di sé, il far fronte al senso di colpa, i legami familiari positivi e non, il lutto e la sua elaborazione.
“Lei rendeva tutto più bello. Più intenso. Più colorato. Quando la guardavo, pensavo: Ehi, forse il mondo non è un posto così brutto.”
È una scrittura poetica e leggiadra, quella di Goenawan, che già mi aveva catturata con Rainbirds (recensione qui). Non posso che consigliare questo romanzo, a metà tra giallo, ghost-story e Bildungsroman.
In collaborazione con Carbonio Editore.