Consigli lesti e onesti

“Non sarò mai la brava moglie di nessuno” – N. Busato

CASA EDITRICE: SEM LIBRI

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2018

PREZZO DEL CARTACEO: €16,00

PAGINE: 252

“Non voglio che nessuno mi veda, nemmeno la mia famiglia. Fatemi cremare, distruggete il mio corpo. Vi supplico: niente funerale, niente cerimonie. Il mio fidanzato mi ha chiesto di sposarlo a giugno. Ma io non sarei mai la brava moglie di nessuno. Sarà molto più felice senza di me. Dite a mio padre che, evidentemente, ho fin troppe cose in comune con mia madre.”

Primo maggio 1947. La giovane impiegata Evelyn McHale scavalca il parapetto dell’ottantaseiesimo piano dell’Empire State Building e si getta nel vuoto, atterrando sul cruscotto di una limousine parcheggiata. Nella morte, il suo corpo rimane miracolosamente intatto e, addirittura, assume involontariamente una posa impressionante che verrà immortalata da un fotografo di passaggio.

Col suo gesto irrimediabile, Evelyn vuole scomparire completamente dalla faccia della Terra e dalla memoria di familiari, amici, fidanzato e tutti. Eppure, suo malgrado e nonostante le sue ultime, misteriose volontà sopra citate, è diventata immortale a livello mondiale grazie alla prontezza del giovane Robert C. Wiles, la cui foto finirà in prima pagina su “Life”.

Nel suo libro a cavallo tra finzione e informazioni reali – ottenute dopo anni di ricerche -, la Busato ripercorre la vita della ragazza attraverso fonti traverse, persone che l’hanno circondata o comunque legate a lei da un fil rouge, tentando di ricostruire il quadro sensato e ordinato di una vita convulsa, a volte instabile e poco convenzionale.

Dietro la facciata della normalità, probabilmente Evelyn covava un’indicibile irrequietezza, un’incalcolabile inquietudine e un incessante rumore bianco dell’anima che, a tratti, creava interferenza con la sua apparentemente ordinaria esistenza.

Forse la soluzione all’enigma è proprio in nella frase Dite a mio padre che, evidentemente, ho fin troppe cose in comune con mia madre: la depressa e incostante madre, il divorzio dei genitori, i continui trasferimenti e traslochi da una parte all’altra dell’America, devono aver segnato in modo indelebile l’animo della giovane, magari estremamente sensibile già a priori. Un animo asfissiato dalle convenzioni, dal maschilismo e dal falso perbenismo imperanti. Un animo desideroso di non essere la “brava” e accondiscendente moglie di nessuno.

“L’indizio che posso fornirvi è che Lynn non sembrava mai davvero felice. Determinata sì. Convinta, caparbia, ostinata. Ma felice no, non si può dire”.

“Le persone intorno erano terrorizzate. Di più: erano scandalizzate, ma anche morbosamente attratte dal cadavere […] Una ragazza. Che ora se ne stava lì, distesa nel centro del tetto accartocciato di una limousine parcheggiata sulla Trentaquattresima…”

E in effetti è difficile distogliere lo sguardo da questa foto unica – divenuta ormai iconica – verso la quale si prova una strana attrazione, una lugubre malia, una morbosità magnetica per una donna rimasta bellissima nella morte, che sembra giocare con la collana con la sua mano guantata, quasi fosse addormentata nonostante il volo di quasi 400 metri.

Ci vuole coraggio per commettere un gesto come quello di Evelyn ma, a volte, ce ne vuole di più per continuare a vivere.

Libro consigliatissimo.

In collaborazione con SEM Libri.

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