
CASA EDITRICE: Voland Edizioni
COLLANA: Amazzoni
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020
PREZZO DEL CARTACEO: €17,00
PAGINE: 259
TRADUZIONE: D. Petruccioli
“Mi manca essere giovane d’estate.”
L’Alzheimer è un tiranno subdolo, silenzioso, letale, che va a colpire ciò che di più prezioso una persona ha: dignità, ricordi, consapevolezza di sé, l’autonomia. Quando l’amata nonna viene ricoverata a seguito di una crisi e lo spettro di questa malattia degenerativa incombe inesorabile, per Eliete arriva il momento del bilancio esistenziale.
“Cosa voleva dire mezza età, che ormai non c’era granché da perdere né da guadagnare? La prima metà della vita se n’era andata, se tutto andava bene mi restava la metà della decadenza.”
Orfana di padre, un matrimonio triste e degradante, due figlie ormai grandi, una madre anaffettiva e scostante, Eliete è una donna che ha rinunciato a tanto, in primis a sé stessa, pur di compiacere e di non deludere.
“Mi sono sempre adattata con facilità alle cose che non posso cambiare.”
Nel mezzo del cammin della sua vita, prendere una boccata d’aria attraverso un sito di incontri le appare un’ottima soluzione alla monotonia e mediocrità esistenziale, all’impasse alla quale la sua vita sembra essere giunta.
“L’inerzia, l’abitudine e la paura dell’ignoto mi avevano spinta, spesso senza rendermene conto, ad accettare i binari su cui viaggiavo.”
Tanti capitoli che formano un lungo flusso di coscienza costellato da flashback e amarcord di una vita fondamentalmente normale, senza lode e senza infamia, con i suoi alti e bassi, i suoi problemi, le sue sconfitte, le piccole vittorie. L’esistenza di Eliete potrebbe essere quella di tanti altri. E lei, fra i quaranta e i cinquanta, ne fa un resoconto onesto, lucido, consapevole, amaro, cinico e disilluso.
“Meno male che esisteva Facebook, così potevamo scoprire, indipendentemente dai sogni di un tempo, che in pratica facevamo tutti la stessa fine, vecchi e grassi, troppo esacerbati dalle piccole sconfitte con cui la vita ci sfuggiva, troppo fieri delle piccole vittorie con cui sfuggivamo alla morte, troppo assertivi, troppo livorosi, troppo soli.”
Il suo essere ordinaria non la rende una vita meno preziosa o meno degna di essere vissuta. E, nel caso della nostra protagonista, giunge inaspettata una rivelazione dal passato, un’incredibile agnizione che riguarda suo padre…
“Nel ripostiglio c’erano oggetti, nascosti fra gli altri, sempre in attesa di una vita che non era ancora la nostra ma che avremmo voluto lo fosse.”
Consigliato (attendo il seguito!). Vi rimando anche alla recensione della raccolta di racconti della portoghese Cardoso, Sono tutte storie d’amore, edita anche questa da Voland.
In collaborazione con Voland Edizioni.