
LA SCATOLA DI LATTA – P. Donini
CASA EDITRICE: Voland
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019
PREZZO DEL CARTACEO: €13,00
PAGINE: 111
Strane cose accadono nel paese di Ics: la gente sembra dimenticare improvvisamente le parole. Rimangono lì, sulla punta della lingua, impossibili da pronunciare, se non sotto forma di perifrasi. Pian piano tutti gli abitanti del tranquillo paesino sono vittime di questa amnesia/afasia. Tutti, tranne il poeta e nobile decaduto P, un simil Giacomo Leopardi, un personaggio d’altri tempi, un po’ misantropo e lupo solitario, che ama la compagnia di se stesso, del cibo ricercato, di un dolce vino francese e un buon libro – la sua piccola soffitta è invasa proprio da innumerevoli tomi e bottiglie di annata.
Sarà lui, poeta dal vocabolario desueto, sempre impegnato ad appuntarsi poesie e spendere fino all’ultimo centesimo, a salvare le parole e il paese intero da questo misterioso fenomeno?
“La scatola di latta” è un divertente inno alla lettura, alla poesia, alla ricchezza di vocabolario e una velata critica all’abuso di punteggiatura a caso dei nostri giorni (social, chat, emoji, gif sono utili, immediati e fruibili da tutti ma sono comunque la morte della parola).
Ho apprezzato molto questo piccolo libriccino illustrato ma, a mio modestissimo parere, la prosa forse un po’ troppo ridondante, arzigogolata e barocca – sicuramente voluta – rallenta la lettura e rende il testo poco adatto ad un’eventuale lettura condivisa e scorrevole con i bambini (che invece speravo di fare).
Carino!
LE DONNE DI LAZAR’ – M. Stepnova
CASA EDITRICE: Voland
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2018
PREZZO DEL CARTACEO: €20,00
PAGINE: 442
TRADUZIONE: C. Piazzetta
Iniziando a leggere “Le donne di Lazar'” dovete innanzitutto aspettarvi un viaggio a ritroso attraverso la storia russa del XX secolo. Partiamo infatti dal 1985, dalle vicende della piccola Lidočka, per tornare agli inizi del Novecento, dove conosciamo il geniale Lazar’, ebreo diciottenne povero in canna che trova la sua fortuna in Čaldonov – stimato professore e direttore universitario – subito deciso a prendere il ragazzo sotto la propria ala.
Lazar’ vive una vita piena, soddisfacente, invidiabile, piena di privilegi, mentre attorno a lui, nella Grande Madre Russia, si succedono inesorabilmente regimi, poteri, lotte intestine, ingiustizie e rivoluzioni.
“Tu, Lazar’, è come se non vivessi nel nostro tempo, non ti si porta via né il diavolo né lo Stato sovietico.”
A fare da spartiacque alla sua esistenza da genio, accademico e donnaiolo sono tre donne – Marusja, la moglie di Čaldonov; Galina, sua sposa; Lidočka, la nipotina. Sì, perché egli è un personaggio importante ma non è il vero e proprio protagonista del romanzo. Al centro della storia intessuta dalla Stepnova ci sono tante voci – soprattutto femminili – forti e risolute. Lazar’ quindi viene percepito come uno dei tanti attori di questo romanzo familiare e funge da input per raccontare e mostrare altre esistenze.
La Stepnova ci delizia con una prosa estremamente scorrevole, gradevole, ironica e ricercata – infarcita di citazioni e rimandi colti – che accompagna la trama ammaliante, mai banale e avvincente fatta di vite, dolori, privazioni, patimenti e tante tribolazioni ma anche gioia, felicità, resilienza e un pizzico di speranza.
Consigliatissimo.
LA BOCCA DELLE CARPE – M. Robert
CASA EDITRICE: Voland
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019
PREZZO DEL CARTACEO: €15,00
PAGINE: 108
TRADUZIONE: S. M. Cacioppo
“Francamente, se alla famiglia Nothomb non piacciono i miei libri, non ne soffro neanche un po’. Sono liberi di pensarla così.”
Cosa succede quando un autore di interviste e una famosa ed eccentrica autrice si incontrano per caso in una via di Bruxelles? Otteniamo un centinaio di pagine di puro relax, divertimento, confessioni e discussioni brillanti, raccolte nel corso di quasi un decennio (dal 1995 al 2001).
Così mi è sembrato “La bocca delle carpe. Conversazioni con Amélie Nothomb” di M. Robert, un simposio tra lui e la celebre, attivissima e prolifica scrittrice dalla doppia cittadinanza (belga e giapponese), née Fabienne Claire Nothomb.
Ci troviamo di fronte a una donna sui generis, sincera, aperta, frizzante, felice di confessarsi e raccontare di se stessa, delle sue opere e dei vari retroscena.
“Sono molto pessimista. Sono una pessimista allegra, nel senso che sono un essere gioioso nonostante tutto.”
É il mio primo approccio a questa carismatica figura e credo sia stato un bene utilizzare queste interviste come punto di partenza, leggendo di “Amélie persona” – del suo background, della sua vita, delle città in cui ha vissuto, delle sue passioni – prima di avvicinarmi alla “Nothomb autrice” e ai suoi scritti.
C’è tanto di autobiografico nei suoi romanzi ma entrare in contatto con lei – con i suoi pensieri, con le tematiche a lei care – tramite queste conversazioni mi è sembrato un buon modo per iniziare questa conoscenza che, senza dubbio, verrà approfondita a breve.
“La bocca delle carpe” è un libriccino a mio avviso dedicato non solo a chi conosce e ama questa particolare e inarrestabile personalità, ma anche a chi – come me – vuole iniziare ad appropinquarsi a lei sbirciando dal buco della serratura.
PS: vi rimando alla splendida recensione della mia amica Imma: QUI!
Tutti e tre in collaborazione con Voland.

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